La donna uscì dalla costola dell’uomo, non dai piedi per essere calpestata, non dalla testa per essere superiore ma dal lato, per essere uguale, sotto il braccio per essere protetta, accanto al cuore per essere amata.
(WIlliam Shakespeare)
Da sempre l’8 marzo rappresenta per la donna la conquista sociale e politica.
Un momento di unione per ricordare le dure battaglie del passato.
Oggi invece ricorda i femminicidi, le violenze, le barbarie, che ogni giorno una singola donna subisce da un uomo che dimostra potenza e forza, in modo sbagliato, nei confronti di chi è più debole di lui.
È assurdo pensare a come proprio dalle mani, dalle menti di uomini pronti a celebrare la bellezza delle donne e ad esaltarne le loro qualità possa nascere anche tanta violenza, tanta rabbia e crudeltà.
Quelle mani che dovrebbero proteggere, abbracciare e custodire il proprio amore come qualcosa di prezioso ed unico.
Ed invece fidanzate, mogli, ex, mamme, donne violentate, uccise, che scompaiono misteriosamente e che in silenzio sottostanno alle angherie, alla brutalità, allo stalking pressante di questi “uomini mostri e deboli”.
La festa delle donne serve come spunto per urlare contro questa irragionevole violenza e contro l’illogico femminicidio che diffonde solo rabbia e disperazione da parte di chi perde una persona cara.
L’8 marzo rimarca il rispetto della donna, un rispetto che si è perduto e che in alcuni casi non c’è mai stato.
Non solo una giornata, quindi, dove donare un mazzolino di mimose ma anche il pretesto per ricordare e sottolineare la ferocia e l’abuso degli uomini sulle donne.
Ringrazio Marla Makeup per il trucco realizzato.